Il mio psichiatra è un figo. Giovane e affascinante. La prima volta che sono andata in studio ho pensato alla sfortuna di essere una sua paziente... Il pensiero di un attimo in effetti. Quando ho iniziato a parlare potevo avere davanti chiunque, anche il più bello del mondo, non l'avrei neppure visto. E' assurdo concentrarsi così tanto su di sè. Si prova una forma di alienazione totale dalla realtà. Quando esco da lì sono stordita ma sollevata, scossa ma più leggera. Sento che qualcosa si sta smuovendo. Ho ripreso il controllo e limitato gli attacchi di fame. Mi concedo qualcosa quando sono in buona compagnia. Non vomito da giorni... Posso dire di stare meglio. E anche di essere fortunata. Ho un'amica che capisce il problema poichè lei stessa lo ha conosciuto e superato. E ho una sorta di "amicizia" maschile che inaspettatamente mi sta aiutando. Forse perchè è un ex anoressico, molto più grande di me. Oppure perchè mi specchio in lui e vederlo adesso così in forma e sano mi dà qualche speranza. Ma che senso ha chiederselo? Attualmente sono affetta da salvifico egoismo e afferro con avidità tutto quello che mi può aiutare.
La cosa che mi dà anche un po' di forza in questo momento è l'essere riuscita a tenere botta sul lavoro che attualmente è davvero massacrante. Mi stupisce la mia lucidità e capacità di raziocinio. Torno distrutta la sera, ma soddisfatta per aver fatto tutto dando il massimo.
Ho quasi paura a scriverlo, di solito i picchi di benessere durano così poco...
Incrocio le dita